Angela Pascale

La mia idea di sposa nasce all’età di quattro anni, in tempi davvero non sospetti, quando le pareti bianche della mia stanza dei giochi iniziano a prendere, ai miei occhi, sempre più le sembianze di giganteschi fogli sui quali disegnare abiti con gonne ampie e principesche.

Ecco, è iniziato tutto in quel momento e da allora non mi sono più fermata: ovunque io mi trovi, guidata dalla grande passione per la modellistica e il disegno stilistico, sento la necessità e l’irrefrenabile bisogno di buttar giù idee, di abbozzare vestiti e schizzare modelli.

È per questo che ho scelto di frequentare prima la scuola superiore per stilista e disegnatrice di moda a Bari (terminata con ottimi voti) e, successivamente e un po’ per caso, sentendomi ancora acerba in ambito puramente tecnico, l’“Istituto Secoli” di Milano.

Ma, in realtà, a tracciare il mio percorso stilistico è stata soprattutto la mia grande pignoleria, la smania di perfezione, la voglia di assoluta precisione.

Per me nessuno era in grado di realizzare le mie creazioni con un risultato che fosse assolutamente aderente alle mie aspettative. Forse neanche io stessa che, ancora oggi, tutte le volte che termino un abito, vorrei ricominciare tutto da capo perché risulti ancora più unico.

Sartorialità e vestibilità sono i capisaldi del mio modo di concepire un abito da sposa; che non devono essere quanto di più vicino possibile alla perfezione, devono essere la perfezione. E questo è possibile solo grazie all’utilizzo di tessuti pregiati e materiali da ricamo importanti e alla maestria nel taglio e cucito.

Il mio animo sognante viene perennemente accompagnato dal mio lato esteta che vuole vedere solo le cose belle, e il bello, per quanto mi riguarda, deve essere portato al massimo dello splendore, della femminilità, e questo accade solo nell’abito da sposa.

Non sono mai scesa a compromessi nella mia vita: un mio abito è il frutto dell’unione di stile e indiscussa qualità delle stoffe cento per cento Made in Italy.

Dal primo piccolo e angusto laboratorio, in cui sono nati abiti semplici e preziosi allo stesso tempo, come il mio, ad oggi non è cambiato nulla.

L’accanimento alla perfezione, la pulizia dei tagli e l’importanza dei tessuti sono rimasti le colonne portanti della mia visione di abito da sposa, gli stessi parametri che ho portato nella collezione 2015/2016 in cui a fare da padrone è il pizzo, materiale di punta del romanticismo nel matrimonio che affonda le radici in epoche antichissime.

Il Pizzo e le principesse moderne

Tornato di gran moda, dopo essere stato tralasciato negli anni scorsi, è stato rivisitato per fare della sposa Pascale una principessa moderna, abbinandolo e dosandolo sapientemente, ad esempio, a tessuti più freschi e sbarazzini come il tulle.

Siamo sicuramente incuriositi dalle sperimentazioni e dagli effetti diversi e innovativi, non dimentichiamo di dare uno sguardo alla tradizione e ai tipici materiali “sposa”, creando così un connubio ed equilibrio perfetto tra modernità e classicità.

A vestire in modo mirabile questi piccoli gioielli, modelle che trasmettono freschezza, raffinatezza ed eleganza. Professioniste, nelle quali abbiamo cercato e ritrovato una bellezza semplice e delicata.

I nostri abiti, infatti, non stanno bene solo alle nostre modelle, ma soprattutto, alla ragazza della porta accanto, che indossa l’abito per coronare il suo sogno, e non per lavoro.

Dopo averci contattati, viene richiamata dal nostro staff perché avvenga subito quell’incontro umano. Una volta arrivata in atelier, le presenteremo tutta la varietà della nostra proposta in assoluta tranquillità e libertà perché siamo convinte non debba esserci alcun condizionamento sulla scelta della sposa, se non il brivido e le emozioni scaturite indossando l’abito giusto.

Le consiglieremo di guardarsi senza preconcetti, vedendo anche altre alternative magari inizialmente scartate. Se abbiamo delle perplessità, noi per prime, le facciamo presenti. Studiamo la sposa cercando di scoprire quale parte della sua personalità dovrà prevalere nel grande giorno.

È per questo che tra noi e la sposa si salda un rapporto che va al di là di quello tra venditrice e cliente.

Nel momento in cui sceglie un nostro abito scatta un senso di responsabilità da parte nostra ed è in quel preciso istante che inizia davvero il nostro lavoro inizia adesso.

Consigliamo alle nostre spose di fermare il tempo, di godersi i momenti in atelier, per non arrivare all’ultima prova (una settimana prima del matrimonio) e dire “non ricordo niente”.

L’accoglienza sarà sempre con il sorriso sulle labbra, soprattutto quando le nostre clienti saranno più vulnerabili e suscettibili. L’intervento delle sarte, che noi chiamiamo “fate”, sempre disponibili, pazienti e di grande esperienza, concluderà un lavoro che è quello di una squadra unita ed efficiente.